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Antica Via dei Guadi
Percorso acqua dolce e acqua salata

L’Antica Via dei Guadi (AGV), con la quale si sono voluti riscoprire antichi percorsi che risalivano la Val Trebbia e la Val d’Aveto, si propone quale itinerario per la mountain bike e ha, nei corsi d’acqua del fiume Trebbia, l’elemento principale di riferimento. E’ un modo per far conoscere due corsi unici per la qualità delle loro acque, per viverli, per goderli, acque in cui rinfrescarsi nelle stagioni estive.
Con l’itinerario Antica Via dei Guadi si vogliono riscoprire vie o mulattiere che diversamente dal tracciato della viabilità odierna risalivano la Val Trebbia in percorsi a mezza costa o in crinale evitando in questo modo gole e il passaggio su pareti scoscese prossime al fiume, così frequenti nella parte alta della Val Trebbia e Val d’Aveto. Nei punti in cui la valle è più aperta e il fiume meno impetuoso, i percorsi prevedevano il guado dello stesso, varchi necessari, in mancanza di punti di attraversamento stabili difficili da realizzare, sia per ragioni tecniche che per il fatto che i fiumi Trebbia e Aveto, oltre a rappresentare una divisione fisica del territorio, hanno spesso rappresentato il confine socio-politico di regioni o stati.
Il percorso parte dal Museo Etnografico Val Trebbia, a Callegari di Bobbio, immersi nel verde dei campi e dei boschi di castagno e quercia; da qui si domina un tratto del fiume Trebbia con due importanti punti panoramici dai quali si gode la vista del monte Penice e della Pietra Parcellara. La Borgata è un punto significativo per coloro che intendono riscoprire la civiltà rurale in Val Trebbia e risulta essere attiguo all’antico guado di Cassolo-Bertuzzi, in corrispondenza sulla sponda opposta della località La Barca, così nominata perchè in passato il guado del fiume poteva essere effettuato anche con un’imbarcazione a remi; il rio Cassolo è un torrente pittoresco con piccole cascatelle immerse in una folta vegetazione tipica dell’Appennino.
Il percorso dell’Antica Via dei Guadi prevede, quindi, di poter raggiungere Bobbio recuperando in via di massima i percorsi obbligati, uno sulla sponda sinistra e l’altro sulla destra del Trebbia, che anticamente permettevano di valicare in prossimità della gola del Barberino, prima della realizzazione del ponte stradale sulla gola medesima. Superando Bobbio si vuole invece recuperare l’antica e suggestiva strada di Carana che permetteva di raggiungere Brugnello e la zona di Corte Brugnatella. Il guado più importante che si intende riscoprire è, risalendo ancora, quello alla confluenza tra Aveto e Trebbia; si tratta di un antico guado che, quando Bobbio apparteneva al regno di Piemonte e Sardegna, permetteva di raggiungere il territorio di Cerignale, quale penisola tra i monti delimitata dai fiumi Trebbia e Aveto. Effettuato il guado, il percorso che proveniva da Corte Brugnatella si suddivideva in due importanti mulattiere, una proprio verso Cerignale e la Val Trebbia, l’altra proseguiva per Casale e la Val d’Aveto.
Un terzo guado importante è al termine del percorso dell’itinerario in Val d’Aveto, a Salsominore, antico punto di passaggio ove per tradizione era disponibile, come del resto per il guado di Confiente, un traghettatore, il quale con trampoli permetteva il passaggio a spalla a terzi, anche in periodi di relativa portata del fiume.

Itinerario da Callegari a Bobbio, sulla destra orografica della Val Trebbia

Partendo dal Museo Etnografico presso l’abitato Callegari, scendiamo lungo una carrareccia per circa 600 metri e giungiamo a Cassolo, da qui a Costa Caminata e Scabiazza su un percorso a mezza costa lungo il quale si gode un’ampia panoramica sulla Val Trebbia. Da Scabiazza percorriamo il sentiero che ci permette di aggirare l’Orrido di Barberino, arrivando all’abitato di Piancasale, antico percorso utilizzato per raggiungere Bobbio; da Piancasale il tracciato corre lungo il torrente Trebbia per giungere sino al Ponte Vecchio e quindi a Bobbio. Possiamo effettuare due diversioni: la prima prevede di scendere dal Museo Etnografico all’antico guado di Cassolo in corrispondenza dell’abitato di Cadonica, dove ammiriamo la bella casa a torre in ottimo stato di conservazione; la seconda è quella che parte da Scabiazza, scende per una carrareccia a Pradella e quindi l’Orrido di Barberino.

Itinerario da Bobbio al guado presso la confluenza tra Aveto e Trebbia

Il percorso si svolge in buona parte nell’ambiente naturale della media Val Trebbia: percorriamo l’antica strada medievale di Carana che, staccandosi dalla località San Martino, permette di collegare Bobbio con la zona di Corte Brugnatella, passando per il borgo di Brugnello: questo percorso è stato utilizzato sino agli anni 1870-1880, prima della realizzazione della statale Bobbio-Ottone-Genova. Prima del villaggio di Brugnello il percorso sovrasta gli splendidi meandri della Trebbia di San Salvatore; da Brugnello il tracciato prevede di utilizzare l’antica strada mulattiera, ora percorribile con automezzi, che porta a Marsaglia, quindi, percorrendo un breve tratto della Statale 45, giungiamo al bivio per Confiente, ad confluentiam, con gli antichi guadi. Anche in questo percorso possiamo effettuare più diversioni: la prima con una deviazione di circa 1 km, ci permette di giungere a Moglia di Bobbio, un tipico esempio di villaggio rurale; la seconda, passando per Marsaglia, ci fa risalire il torrente Cordarezza e raggiungere il mulino di Roncoli, in stato di abbandono; la terza, partendo da Ponte di Marsaglia, risale la sponda sinistra del fiume per giungere a Poggio Villari, dove possiamo ammirare un pregevole e tipico oratorio di epoca medievale.

Itinerario dal guado presso la confluenza tra Aveto e Trebbia fino a Ottone

Effettuato il guado di Confiente, prendiamo una mulattiera che, dopo breve tratto, si divide: una segue il corso della Trebbia, l’altra la Val d’Aveto. Il percorso lungo la Val Trebbia sale verso il versante boscoso; qui la strada, sebbene impegnativa, può essere affrontata anche in mountain bike. Giunti a Cerignale prendiamo la strada per Oneto e poco oltre, presso la località La Serra, una mulattiera che supera il crinale per giungere alla località Santa Maria. Da qui, con una carrareccia in quota, arriviamo a Monfaggiano per poi scendere velocemente a Ottone, passando presso l’antico insediamento del basso Medioevo di San Bartolomeo in prossimità di Ottone Soprano, dove è consigliabile una visita alla chiesa. A Ottone, invece, si consiglia di visitare il Museo di Arte Sacra allestito di recente vicino al municipio, con preziosi arredi provenienti dalle chiese del circondario.

Itinerario dal guado presso la confouenza tra Aveto e Trebbia, fino a Salsominore

Dal guado presso la confluenza prendiamo la mulattiera che risale il versante sinistro della Val d’Aveto; superata la località di Casale il percorso ci offre il panorama suggestivo di una parte selvaggia della valle presso Cariseto, dove possiamo osservare i ruderi della bella chiesa del ‘700, per poi scendere come in un canyon a Lisore e da qui, all’antico guado dell’Aveto a Salsominore. Questa è una località ricca di sorgenti salsoiodiche dove è possibile visitare un oratorio medievale ben conservato la cui facciata si fregia di una pietra tombale romana del II secolo a. C. Nell’impossibilità di effettuare qui l’attraversamento dell’Aveto, possiamo utilizzare il ponte presso la Centrale di Ruffinati poco più a monte di Salsominore. Si sottolineano, infine, alcuni punti di particolare interesse all’interno degli itinerari escursionistici: il Museo Etnografico della Val Trebbia, Cascatelle sul rio Cassolo, l’antico guado in località La Barca, il mulino di Piancasale, il mulino di Cadonica, l’orrido di Barberino, la sorgente di acqua salsa presso le rovine delle Terme, le sorgenti di acqua sulfurea presso il rio Foino, i mulini sul canale Bedo a Bobbio, il Ponte Vecchio o Ponte Gobbo, le terme di San Martino a Bobbio, il borgo rurale e il mulino di Moglia, il borgo di Brugnello con i resti del castello dei Brugnatelli, l’oratorio di San Carlo a Poggio Villari, i mulini sul rio Cordarezza, i guadi presso la confluenza tra Aveto e Trebbia, il mulino di Cerignale, le antiche saline alla confluenza tra Aveto e Trebbia, il mulino dei Principi a Ottone, i ruderi del castello Malaspina a Cariseto, i ruderi della chiesa di Selva, la fontana di acqua salsa a Salsominore, l’oratorio di Sant’Agostino a Salsominore e il mulino di Castagnola.
I punti di informazione turistica dell’escursione “Acqua dolce e salata” sono: Callegari, presso Cassolo nel Museo Etnografico Val Trebbia, Bobbio, presso il municipio, Cortebrugnatella, presso il municipio di Marsaglia, Salsominore, presso l’associazione per lo sviluppo compatibile “Alte valli piacentine”.

Di seguito vengono segnalati alcuni itinerari che, per comodità, vengono fatti partire dal camping Le Piane di Cerignale.

Itinerario 1:
Percorso impegnativo.

Svoltare a destra sulla SP 52;
Km 4,6: raggiunto Cariseto, si prosegue fino alla chiesa e si svolta a destra, in salita, su selciato, seguendo il segnavia CAI 135;
Km 5,0: svoltare a destra sulla SP 52;
Km 5,2: Selva di Cariseto (fontana);
Km 5,4: in vista della chiesa, svoltare a destra su una ripida mulattiera in salita;
Km 5,5: tenere la sinistra, in salita;
Km 5,8: raggiungere il crinale e oltrepassato il cancello, continuare a sinistra lungo il sentiero (segnavia freccia gialla);
Km 6,3: si attraversa una recinzione e si prosegue dritto nella pineta;
Km 6,4: seguire il crinale;
Km 6,9: Passo di Cariseto (incrocio), si prosegue dritto in salita, a volte scendendo anche dalla bici;
Km 8,4: Bocchetta delle tane, si attraversa una recinzione e, seguendo il segnavia bianco rosso del Cai, si abbandona il crinale;
Km 8,8: Bivio casermetta proseguire a destra;
Km 9,2: rudere ex casermetta della Guardia Forestale, poco oltre (Km 9,3) il sentiero si biforca ma entrambe le direzioni sono valide;
Km 9,8: località Selvarezza (laghetto). Nota: a sinistra vi è, recintato, il rudere di una fornace d’epoca romana. Chi volesse abbreviare il percorso, può svoltare a destra e scendere direttamente al campeggio;
Km 9,9: svoltare a sinistra sulla carrareccia, seguendo poi il ruscello che defluisce dal laghetto fino a incontrare il sentiero;
Km 10,4: guadi pedalabili. Attenzione: tratto pericoloso in discesa! Procedere con cautela!
Km 12,6: tenere la strada principale in salita (segnavia bianco rosso Cai);
Km 13,1: seguire sentiero a destra adiacente alla recinzione del camping;
Km 13,3: arrivo a destinazione.

Itinerario 2:
Percorso facile.

Uscendo dal camping svoltare a destra sulla SP n 52;
Km 4,6: si entra nell’abitato di Cariseto e lo si attraversa continuando sulla provinciale;
Km 5,0: punto panoramico (sosta con panchina);
Km 5,5: punto panoramico (al termine della salita);
Km 5,6: in vista dell’abitato di Selva di Cariseto, in prossimità del palo Enel, svoltare a destra in discesa su carrareccia a fondo erboso, (segnavia bianco rosso Cai e freccia gialla). Seguire i segnavia: il tracciato è attiguo alla linea elettrica;
Km 6,2: si rientra a Cariseto di fronte alla chiesa (fontana). Svoltando a sinistra sulla SP n 52, si ritorna al campeggio (km 10,5).

Itinerario 3:
Difficoltà media.

Dal ristorante, si segue a sinistra l’indicazione Mtb, Cerignale costeggiando la recinzione fino a incontrare la strada asfaltata interna del campeggio;
Km 0,2: seguire la carrareccia a sinistra in discesa in corrispondenza della linea elettrica;
Km 0,58: svoltare a sinistra seguendo sempre la linea elettrica;
Km 0,7: si attraversa un ruscello sopra un ponticello di legno (seguire segnavia bianco rosso del Cai). Attenzione: Tratto pericoloso in discesa! Procedere con cautela!
Km 0,92: aggirare a sinistra un grosso faggio e seguire il sentiero con segnavia (freccia gialla) su un palo Enel, abbandonando la carrareccia;
Km 0,97: incrocio di sentieri; proseguire dritto;
Km 1,0: all’incrocio della SP n 52, in corrispondenza della cabina Enel, attraversare la strada e proseguire in discesa a destra, costeggiando la cabina;
Km 1,1: seguire a destra, attraversando un piccolo corso d’acqua. Attenzione: Discesa su fondo selciato e scivoloso!
Km 1,3: arrivo a Cerignale. Si procede nei pressi dell’antico mulino a destra (in discesa) seguendo il segnavia;
Km 1,4: incrocio tra le case del paese, proseguire dritto in discesa;
Km 1,5: si svolta a destra e in discesa sulla SP n52;
Km 1,7: svoltare a sinistra in direzione Oneto;
Km 2,5: svoltare a sinistra, in salita, su strada sterrata chiusa da una sbarra. Nota: tratto impegnativo in salita;
Km 4,1: cancello al termine della salita, proseguire lungo la strada principale;
Km 4,6: abbandonare la carrareccia svoltando a sinistra su un sentiero ripido in salita (segnavia freccia gialla). Nota: brevi tratti non ciclabili;
Km 5,0: a sinistra seguendo il segnavia;
Km 5,2: uscita da bosco in località Selvarezza;
Km 5,4: mantenere la strada principale a sn, sul piano;
Km 5,5: attraversamento del piccolo corso d’acqua;
Km 5,6: laghetto (stagionale) di Selvarezza. Nota: a 30 m dalla strada, verso monte, si trovano (recintati) i resti di una fornace di età romana. Proseguire lungo la strada principale in discesa;
Km 7,4: oltrepassare il cancello e proseguire sino all’ingresso del camping (km 7,8).

Approfondimenti:

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MTB in Appennino Piacentino

Una nuova pista di 107 km tra Val Nure e Val d’Arda, tra aree di grande interesse naturalistico, storico ed archeologico.

Il circuito parte dal borgo medievale di Vigoleno (360 m s.l.m.), affacciato sul Parco Regionale Fluviale dello Stirone.
Ci si inoltra subito verso sud, verso il cuore appenninico della Provincia, in un ambiente montano dove la copertura arborea copre i tre quarti della superficie e regala, come traccia dominante, castagneti da frutto con esemplari centenari.
Nelle zone più rade, ginestra e ginepro disegnano giochi di tonalità su un terreno aspro.
Man mano che si sale, l’itinerario presenta una distesa di faggi, che scendendo si tramuta in un universo di arbusti fatto di carpini, noccioli, maggiociondoli e caprifogli.
Alcune aree sono oasi sempreverdi di pini silvestri e piccoli abeti.
Il sottobosco, specialmente intorno a Teruzzi (1010 m s.l.m.) e Cassimoreno (860 m s.l.m.), è rinomato per la produzione di funghi e per la presenza di piante erbacee: secondo l’altitudine, si trovano felci, erba fragolina, limodoro, gigli e splendide orchidee.
Quasi tutto il percorso è presidiato da cinghiali, tassi, daini, volpi, scoiattoli, poiane, picchi e sparvieri: “prede” ambite per gli appassionati di foto naturalistiche.
Dopo aver passato caratteristici borghi di montagna, si superano tre Passi: Pellizzone (1040 m), Linguadà (930 m) e Pianazze (980 m), si attraversa una zona caratterizzata da castagni e si giunge alla grande frazione Groppallo, prima di intraprendere la salita verso Passo Santa Franca, uno dei punti più alti del circuito.
Dopo Prato Barbieri si entra nell’area del Parco del Monte Moria, un vasto territorio montano di oltre 10 kmq, disteso a cavallo del crinale Arda-Chero, tra i monti Moria e Croce dei Segni. Il Rifugio, aperto tutto l’anno, è punto di riferimento e di sosta per questo itinerario.
La zona è un’oasi verde con un ambiente naturale ben conservato e ricco di flora spontanea e caratteristica, ideale per passeggiate ed escursioni. Informazioni: Adventure Academy.
Si passa poi presso il sito archeologico di Veleia Romana per terminare nel tratto del circuito orientato a nord-est, dove la pista attraversa le zone tutelate della Riserva Naturale Geologica del Piacenziano.
Poi si torna nei pressi di Vigoleno e del Parco Regionale Fluviale dello Stirone, istituito nel 1988 per tutelarne l’ecosistema e per la presenza di fossili dell’Era Terziaria e Quaternaria.
Il Parco copre 2000 ettari e si estende dall’inizio del conoide alluvionale del torrente, nei pressi di Fidenza, fino al centro abitato di Vigoleno: sostanzialmente copre tutta l’asta fluviale dello Stirone.
Oltre all’interesse per l’habitat naturale, per il paesaggio agrario collinare e per la numerosa avifauna, una singolare importanza è rivestita dallo straordinario "canyon" formato dal fiume e composto da stratificazioni argillose ricche di fossili marini.

In mountain bike, ma anche a piedi o a cavallo…
Questo percorso può essere una buona palestra anche per attività come l’escursionismo e l’equiturismo.
A seconda dell’equipaggiamento e del tempo a disposizione, si possono scegliere diverse soluzioni e tratti particolari dell’itinerario.
I due grandi circuiti di equiturismo dell’Appennino piacentino (uno in Val Nure e l’altro nella parte orientale della Val d’Arda) indicano l’area del Parco del Monte Moria come zona di collegamento tra i due tracciati.

Per maggiori informazioni si possono consultare i siti web:
http://www.provincia.pc.it/turismo
http://www.itinerandoemiliaromagna.it/parma.html

L’itinerario si sovrappone ed è attraversato dalla fitta rete dei sentieri tracciati dal Club Alpino Italiano.

Numeri e riferimenti utili:
Centro Operativo antincendi boschivi
167.841051

Polizia Provinciale
Tel. 0523.795357

Vigili del Fuoco
115

Emergenza sanitaria
http://www.118er.it
118

Soccorso Alpino Emilia Romagna
800 848088