palazzo rota pisaroni

 

Gerolamo Rota, appartenente a una ricca famiglia di negozianti di cordami da poco assurta al patriziato, decide nel 1748 di acquistare dai conti Platoni una dimora adibendola a propria residenza. Riattata negli interni e ricostruita nel fronte, venne venduta nel 1830 alla celebre cantante lirica Rosmunda Benedetta Pisaroni e da questa alla Cassa di Risparmio (1906).

La facciata si risolve con tre ordini di finestre mosse da incorniciature a stucco e motivi a conchiglia e mascheroni, che riprendono nelle loro linee morbide il flettersi del marcapiano. Balconate in ferro battuto ravvivano ulteriormente il fronte.

L'interno si articola secondo il consueto schema a U, tipico delle dimore signorili piacentine. Assai interessante è la controfacciata, che presenta un porticato a cinque aperture e loggia superiore ad archi ribassati e, all'opposto, una scala a due rampe divergenti aperta sul cortile.

Tra gli ambienti, il più suggestivo è sicuramente il salone, dal complesso e raffinato impianto decorativo. Al centro della volta si nota la raffigurazione della Caduta di Fetonte circondata da una cornice ad affresco, forse opera di Luigi Mussi l'attivo sostituto di Bartolomeo Rusca nei decori dei palazzi di Piacenza del Settecento.

Sulle pareti invece il piacentino Giuseppe Mazzoni riadatta nel 1765 alcune tele a diversi soggetti, collocando nel registro superiore delle Nature morte (con tutta probabilità ascrivibili a Margherita Saffi) e in quello mediano opere di Ludovico Trasi (1634-95) che rappresenta nelle sovraporte le Stagioni e lungo le pareti episodi tratti dall'Antico Testamento.

Spetta al Mazzoni la decorazione al di sotto dei grandi riquadri del registro di mezzo, da lui risolta con Nature morte stilisticamente in sintonia con le soluzioni della Saffi.