palazzo del collegio morigi
È uno dei più significativi della città e occupa tutta l'insula tra via   S. Marco e via Borghetto. Fu costruito dai Mandelli, famiglia di origine   lombarda e giunta a Piacenza nel 1361 con Pietro, capitano   dell'esercito dei Visconti di Milano e nominato podestà della città, che   decisero intorno alla metà del XVIII secolo di riedificare la loro   dimora utilizzando un'area già di proprietà. 
                            
                            Dopo l'estinzione della   famiglia (1826) divenne inizialmente residenza ducale e poi (1913) sede   della Banca d'Italia. Francesco Tomba di Sarmato, padre dell'architetto   Lotario, fu certamente il capomastro del palazzo che si presenta con un   fronte molto esteso (c. 75 m.) e con le zone angolari e mediane   fortemente evidenziate da balconi mistilinei posti al piano nobile. 
                            
                            La   facciata principale è a tre ordini di finestre, abbellite nel registro   di mezzo da timpani con mascheroni e volute. La finestra del balcone   posto sopra il portone d 'accesso è inoltre siglata dal fastigio   araldico dei Mandelli.
                            
                          Si entra nell'atrio, il più vasto tra quelli   piacentini, che si organizza attraverso un complesso gioco di direttrici   visive, scandito da tre spaziose volte rette da colonne in granito e   vivacizzate da stucchi.
                          
 
                          Da un piccolo vano rettangolare si accede al   cortile d'onore, che reca sulla destra lo scalone nobile, a due rampe   parallele separate da una balaustra in marmo scuro, inserendosi in un   ambiente a doppio volume con due ordini di finestre e stucchi.   Interessanti sono inoltre la sala centrale con decori tardo   settecenteschi e i raffinati serramenti della biblioteca d'angolo.
                      

