comune di San pietro in cerro


La Storia

Nel territorio comunale sono evidenti le tracce del reticolato della centuriazione romana, che garantiva ai veterani un’equa ripartizione del terreno a scopi agricoli.
In particolare, la centuriazione di cui stiamo parlando parte dalla Via Emilia, passando a Cortemaggiore e toccando quindi il comprensorio comunale di San Pietro.
Su un’antica via religiosa percorsa dai pellegrini romei (strada ad Bardum), collegante la via Postumia con la via Francigena, nel 969, presso un maestoso cerro (varietà di quercia tipica della zona) fu eretta una importante Pieve battesimale dedicata la primo Apostolo; questo luogo fu chiamato San Pietro in Cerro.
Lo stemma Comunale è rappresentato da scudo con in campo albero chiomato e con due fasciature azzurre caricate da tre quadri; fuori campo è sovrastato da una corona merlata, simbolo di “Comune” e fasciato dal basso da due rami castrati al centro.
In epoca comunale San Pietro fu, secondo una ragionevole ipotesi, un avamposto di Piacenza contro le incursioni cremonesi, anche se non ci sono testimonianze storiche ad attestarlo.
Pur essendo incluso nei territori dello Stato Pallavicino, il feudo fu governato dai Malaspina nel XII secolo e dai Landi nel 1405.
Il 9 novembre 1466 Francesco Barattieri acquistò San Pietro in Cerro da Bianca Maria Visconti, vedova di Francesco Sforza, che lo investì del feudo con il diritto di tramandarlo alla discendenza maschile.
La famiglia De Barateriis si era stabilita a Piacenza nel XIII secolo, ma non ne è chiara la provenienza, forse Genova o Bologna, ma altri genealogisti parlano di Venezia o dell’Oriente; l’origine del cognome è attribuibile comunque all’esercizio del commercio.
Il castello, come lo vediamo oggi, fu ricostruito nel 1491 sui resti di un ben più antico fortilizio, per volere di Bartolomeo Barattieri, il famoso giureconsulto diventato ambasciatore della Città di Piacenza presso lo Stato Pontificio nel 1512, all’epoca di Papa Giulio II Della Rovere.
I Barattieri, infatti, appartenevano alle famiglie dei professionisti del diritto, e furono parte del ceto dirigente fino alla Signoria Sforzesca.
Il primo documento che cita il castello è una divisione testamentaria e risale al 1503.
Il 28 ottobre 1678, Ercole e Paolo Emilio Barattieri ottennero il titolo comitale da Ranuccio II Farnese per i servizi resi allo stato farnesiano, ma il titolo di conti era già stato conferito alla famiglia da Ferdinando Maria (Casa di Wittelsbach, 1651 - 1679), il duca di Baviera che trasformò Monaco in una città residenziale.
Paolo Emilio, insieme ad Ottavio e Carlo, era già signore del castello di Case Bruciate (Carpaneto) dal 1647.
La nobile famiglia dei Barattieri rimase in possesso del castello di San Pietro in Cerro fino al 1993.
Ricordiamo il conte Dionigi Barattieri di S. Pietro (1855 – 1930), tenutario di una prestigiosa collezione di importanti carrozze, che, nel 1948, fu donata dal conte Silvestro Brondelli di Brondello – erede del Conte Dionigi Barattieri – al Comune di Piacenza, quindi trasferita a Palazzo Farnese.
La sede comunale, istituita con la riforma amministrativa napoleonica, fu trasferita nel 1882 da Polignano a S. Pietro in Cerro in applicazione del Decreto datato 16 giugno 1850 di S.A.R Carlo III di Borbone Infante di Spagna e Duca di Parma e Piacenza.
Oggi l’economia del paese è ancora basata quasi esclusivamente sull’agricoltura, con i campi coltivati che circondato il centro abitato.

Da vedere

In Via Roma si visita il castello rinascimentale che nei secoli non ha subito sostanziali modifiche ed offre oggi una fedele, rara e preziosa testimonianza di dimora gentilizia quattrocentesca.
Il maniero fu eretto su schema rettangolare, con un mastio quadrato e centrato sul prospetto principale del lato sud, che, un tempo, era dotato di ponte levatoio sul fossato ora colmato; due piccole torri rotonde sporgono agli angoli del lato nord.
L’aspetto esterno, piuttosto austero, contrasta con il gusto rinascimentale che si ammira immediatamente all’interno: l’elegante corte quadrata mostra una doppia loggia scandita da esili colonne; gli archi a tutto sesto della loggia superiore hanno ampiezza minore di quelli del portico inferiore, dando all’insieme un aspetto più leggero. Nel cortile è murata un’epigrafe su pietra che attesta la costruzione del castello nel 1491, sui resti di un più antico maniero; il portico settentrionale è decorato da affreschi con soggetti veneziani.
Il castello ha due saloni d’onore affrescati, con camini d’epoca e ricchi arredi, e altre sale che si aprono sul loggiato.
Gli ambienti del maniero possono essere concessi su richiesta per l’organizzazione di eventi e cerimonie.
Franco Spaggiari, proprietario del castello, nel 2001 ha inaugurato MiM (Museum in Motion): si tratta di un museo d’arte contemporanea allestito negli spazi compresi tra le torrette sul lato nord, nell’antico camminamento di ronda, ma anche nel granaio e nei sotterranei del castello. Circa 400 opere di scultura, pittura, fotografia e grafica, documentano le più importanti vocazioni artistiche dal dopoguerra ad oggi e sono esposte a rotazione, dando al museo la connotazione di spazio in continuo divenire.
Il castello di San Pietro in Cerro fa parte dell’Associazione Castelli del Ducato di Parma e Piacenza, www.castellidelducato.it info@castellidelducato.it.
Visite al castello: Via Roma, 19 – tel. 0523.983711 fax 0523.984722; info@mimonline.it www.mimonline.it.
Aperto nei giorni festivi da aprile ad ottobre: 11.00-12.00/15.00-18.00.
Apertura feriale su prenotazione (min. 20 persone).
È possibile visitare solo il MiM, oppure MiM e castello con visita guidata.
Nel borgo di San Pietro in Cerro, detto “paese giardino” per i considerevoli spazi verdi e per l’immenso patrimonio arboreo, spiccano, in armonia con il fascino del rinascimentale Castello, numerosi e valenti complessi storico/architettonici, tra i quali:
- la seicentesca Rocca Brondelli di Brondello rimaneggiata nel settecento, caratterizzata da un monumentale ingresso a portale. Il complesso dai conti Barattieri passò all’antica casata lombarda dei Cavazzi Capece della Somaglia, ritornò poi nella prima metà dell’ottocento ai conti Barattieri e passò infine per eredità ai conti piemontesi Brondelli di Brondello.
- Il Casino di campagna Barattieri, ora sede Municipale, grazioso esempio d’architettura ottocentesca progettato da Guglielmo Della Cella, insigne professionista piacentino formatosi presso l’Accademia Militare di Vienna, il quale si occupò anche dei lavori di restauro del Duomo di Piacenza. In esso sono custoditi valenti dipinti ottocenteschi di grandi maestri originari delle terre del Ducato di Parma e Piacenza (Carmignani - Collinari - Fanti - Marchesi).
- Palazzo e parco storico Barattieri, ora di proprietà comunale; il palazzo d’impianto cinquecentesco e posto di fronte al Castello, fu rimaneggiato nella seconda metà dell’ottocento; un maestoso scalone d’ingresso, con alle pareti affrescati i volti dei capostipiti della famiglia Barattieri, porta al piano nobile, ora sede di mostre occasionali d’arte, storia e cultura.
Attornia il palazzo un meraviglioso ed immenso parco, difeso da una continua cortina muraria, con alcune secolari essenze arboree; il parco, alla fine dell’ottocento, fu trasformato e dotato di ampi prati e viottoli a raggiera mentre, durante la seconda guerra mondiale, divenne sede di un presidio germanico e la movimentazione dei carri armati procurò ingenti ed irrimediabili danni all’impianto originario del parco. Il parco alberato di oltre 11.000 mq è oggi di proprietà comunale. In esso si svolgono concerti e manifestazioni d’intrattenimento ed è soprattutto un incantevole ed ideale luogo per il relax.
A levante del parco Barattieri sorge la Chiesa dedicata a San Pietro Apostolo, la cui origine si fa risalire al 969, ampliata e potenziata dalla nobile famiglia Barattieri nel 1522 con facciata in stile romanico e portali in stile barocco. All’interno, a navata unica con cappelle laterali, spicca l’affresco della Beata Vergine delle Grazie attribuito al celebre Della Robbia e pitture in onorato attribuite al Bibiena, mentre la vetrata centrale dell’abside gotico/romanica raffigura San Pietro e gli Apostoli e trae ispirazione dal soggetto della Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma.
Nella seconda cappella di man sinistra sono conservate le spoglie di Sant’Orsola, trucidata dai terribili Unni di Attila e sul luogo del martirio, in Colonia, fu eretta un’importante Basilica. Per volere ed intercessione della famiglia Barattieri, postasi sotto la Sua protezione, le spoglie furono, nel 1342, traslate in Piacenza e poi nella Chiesa di San Pietro in Cerro.
A Polignano, frazione ad ovest del capoluogo e sulla riva destra del torrente Chiavenna, si visita la chiesa dedicata a San Donato Martire, vescovo di Arezzo. La pieve esisteva già nel secolo XI e, fino al 1372, controllò un vasto territorio: da quella data fu il tempio fu annesso alla parrocchia di Caorso. L’attuale edificio è stato costruito nel tardo Settecento in stile neoclassico, ma conserva tracce dell’antica struttura romanica. Nella parete absidale c’è un mosaico che rappresenta l’Adorazione di Cristo, opera del 1965 di don Vincenzo Centenari, come anche la Resurrezione in terracotta smaltata.
Gli avi di Giuseppe Verdi, di parte materna, furono battezzati in questa pieve.
(Parrocchia, Via Caduti, tel. 0523.838131).

Informazioni Utili

Municipio
Via Roma, 31/2
Tel. 0523-836479
Fax: 0523-835322
E-mail: comune.sanpietroincerro@sintranet.it
Sito web: www.comune.sanpietroincerro.pc.it

Carabinieri
Tel. 0523-821225

Pro Loco “Il Cerro”
Via Marconi, 372
Tel. 0523-839689

Frazioni: Polignano

Distanza da Piacenza: 23 km

Superficie: 27,51 kmq
Altitudine: 44 m
Residenti: 960 circa

CAP: 29010