comune di rivergaro


La Storia

Il nome del paese deriva con ogni probabilità da quello del Rio Vergaro, il ruscello che da Bassano si immette nel Trebbia passando per il paese: tempo fa, prima che venisse coperto, lo si vedeva scorrere accanto all’Oratorio di San Rocco.
La storia di Rivergaro comincia a passare agli onori delle cronache intorno al secolo XI, quando il borgo era già munito di un castello posto sul poggio che sovrasta Piazza Paolo, dove oggi sorge il Santuario della Madonna in Castello. Il fortilizio fu distrutto nel 1495 da Carlo VIII di Francia (alleato di Ludovico il Moro), quando venne con l’esercito a reclamare il Regno di Napoli.
Per qualche secolo la rocca di Rivergaro fu oggetto di contesa tra famiglie altolocate, nonché rifugio per i nobili ghibellini quando in città avevano la meglio i guelfi, o popolari.
Tali dispute ebbero un periodo di tregua nel XIII secolo per merito di frate Leone Perego, ma nel 1233 i nobili capeggiati dal marchese Obizzo Malaspina si asserragliarono nuovamente a Rivergaro, uscendone un anno dopo grazie ad una trattativa con i popolari capeggiati da Oberto Pallavicino. Il negoziato fu dimenticato nel 1251, quando lo stesso Pallavicino assediò i castelli del territorio, compreso quello di Rivergaro.
Nel 1307 una nuova battaglia si tenne a Pigazzano, ritenuta più sicura di Rivergaro, e vide i nobili ghibellini vittoriosi. Dopo due anni le fazioni si scontrarono ancora una volta in queste terre.
Con l’avvento dei Visconti, a Rivergaro si delineò una nuova figura: il Capitano del Divieto. Questi era un uomo di fiducia del Signore, scelto fuori dei confini del territorio da controllare e, oltre ad occuparsi della riscossione delle tasse, vigilava sulle questioni d’ordine pubblico, comprese le discordie tra le famiglie nobili.
In realtà il Capitano del Divieto non riuscì a mitigare gli animi, e la guerra civile tra famiglie nemiche proseguì per secoli.
Dal 1548 il comprensorio divenne proprietà degli Anguissola Scotti.
Rivergaro fu ancora teatro di scontri durante la Seconda Guerra Mondiale, poiché qui operava un importante Comandante partigiano: si tratta di Alberto Araldi detto Paolo, a cui è dedicato il monumento in Piazza Paolo.

Da vedere

Chiesa di Sant’Agata (Via San Rocco).
Il progetto del suo ampliamento, preparato tra il 1811 e il 1812 dall’architetto Fraschina, fu in parte modificato dall’architetto di fiducia del Governo Imperiale, Antonio Tomba. Una pergamena interrata con la prima pietra omaggiava l’Imperatrice Maria Luigia. L’altare maggiore e quelli laterali provengono dalla Chiesa di Sant’Agostino di Piacenza, sconsacrata col passaggio delle truppe napoleoniche, così come accadde alla Chiesa dei Serviti della Madonna in Piazza Cavalli, da cui proviene il simulacro del Cristo Morto. Il quadro che rappresenta il Martirio di Santa Margherita (XVII-XVIII secolo), era originariamente posto nella Chiesa omonima, mentre il coro dei frati Teatini proviene da San Vincenzo.
Accanto alla chiesa c’è la Villa degli Anguissola Scotti, disegnata da Lotario Tomba nel 1778 ed edificata sopra un fortilizio del secolo XI-XII.
A sinistra della facciata della villa si trova l’Oratorio di San Rocco, riedificato nel 1613, grazie alle offerte di Ranuccio Farnese; fu sede della Confraternita fondata da Giovanni ed Anton Maria Anguissola. Nel 1825 l’oratorio fu dotato della cappella di destra e della Madonna col Bambino tra i Santi Lucia e Biagio, opera di Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto, ritrattista famoso nel XVIII secolo. All’interno della struttura sono custoditi anche una statua di San Rocco e una della Beata Vergine di Caravaggio di Scuola Lombarda.
Da Piazza San Rocco si scende in Piazza Paolo, sovrastata dal Santuario di Santa Maria al Castello: fu costruita, come già detto, sulle rovine di un castello, e, sul lato destro, presenta elementi in stile romanico. Da parte alla chiesa c’è la statua della Madonna, incoronata nel 1902.
A questo punto si può salire per Via del Castello e si arriva al sentiero che porta al fontanino della Madonna, per poi proseguire lungo Via Tacella o Via Cavallino, oppure, non volendo affaticarsi, si può fare una passeggiata sul lungofiume.

Dintorni

Prima di arrivare a Rivergaro, una deviazione dopo Settima sulla destra ci porta a Larzano, la cui fortezza, distrutta dai Guelfi di Piacenza nel 1346, fu poi occupata da truppe pontificie in guerra contro Galeazzo Visconti, Duca di Milano e Signore di Piacenza.
Poco più avanti, a Ottavello - oetavum milium sulla strada romana lungo la Val Trebbia - c’è il castello appartenuto nel 1521 a G. Battista Zanardi Landi, ucciso dai francesi con l’accusa di essere complice del conte Pier Maria Scotti detto il Buso, il quale intendeva occupare Piacenza. Questo edificio quadrangolare divenne un carcere nel XVIII-XIX secolo.
A Niviano - stazione al nonum milium - si trova una rocca con origini antichissime, appartenuto ai Malaspina nel XII secolo, ai Landi di Rivalta dal XIV secolo fino all’inizio del XIX, e ai Piccinino per un decennio nel XV secolo. Nel 1462, fu teatro di una sanguinosa battaglia tra i 7.000 contadini guidati da Onofrio Anguissola e da Giacomo Pellizzari (Il Pelloia) e Lodovico Gonzaga, inviato dal Duca Francesco Sforza che non voleva rinunciare alle entrate fiscali oggetto della disputa. Gonzaga sedò la rivolta.
Più avanti, alla sinistra della statale 45, c’è Ancarano, altro paese d’origini antiche, poiché citato nella Tavola Alimentaria Veleiate. Il suo castello, attaccato almeno tre volte nel corso del XVI secolo, presenta una parte più antica con due torri circolari, e una parte cinque-seicentesca con merlatura ed elementi rinascimentali.
Dall’altra parte della statale sorge Pieve Dugliara, con la sua grande dimora seicentesca e la Pieve di San Pietro, di origini romaniche.
A questo punto della SS 45 parte, sulla sinistra, una strada in salita: è il cosiddetto “Bagnolo”, un percorso bellissimo affacciato sulla pianura, sulla Val Trebbia e quindi, nel tratto discendente, sulla Val Nure a Ponte dell’Olio.
Dopo Rivergaro, appena passato un altro frequentato tratto di Trebbia presso Cisiano, si arriva a Rallio, posto sulla sinistra della strada bobbiese. Il Castello di Montechiaro, ben visibile dalla strada, è davvero bello: è dotato di un imponente mastio quadrato con merlatura ghibellina, singolarmente posto in mezzo al cortile esagonale della fortezza, la cui parte inferiore è forse duecentesca. Le mura più interne sono alte 15 m, hanno pianta esagonale e sono dotate di camminamento, mentre la seconda muraglia ha disegno ellittico; esiste ancora parte della terza cinta muraria, che correva in origine tutto intorno al colle. La fortezza appartenne ai Malaspina e, nel 1234, fu attaccato dai popolari poiché vi si erano asserragliati i nobili ghibellini scappati dalla città. Successivamente divenne proprietà degli Anguissola e dei Morando.
Qui nel 1462 si rifugiò Onofrio Anguissola – del quale si è detto sopra - che, tradito dal fratello, fu consegnato al Duca e giustiziato dopo 12 anni di prigionia.

Informazioni Utili

Municipio
Via S. Rocco, 24
Tel. 0523-953511
Fax: 0523-953520
E-mail: comune.rivergaro@libero.it
Sito web: www.comune.rivergaro.pc.it

Stazione Carabinieri di Rivergaro
Tel. 0523-958657

Tramballando
Piazza Paolo, 38
Cel: 338-7055807
Sito web: www.tramballando.it

Gruppo Volontari Ancarano
Tel. 0523-957430

Circolo A.N.S.P.I “Il Castello”
Niviano, Via Alberoni
Tel. 0523-957634

Circolo San Pietro Apostolo
Pieve Dugliara – Via del Mulino, 7
Tel. 0523-958350

Frazioni:
Ancarano, Fabiano, Niviano, Pieve Dugliara, Roveleto Landi, Montechiaro, Ottavello, Larzano, Cisiano, Bassano, Suzzano, Cà Buschi, Acquesio, Pozzolo, Mandrola

Distanza da Piacenza: 18 km circa

Superficie: 43,77 kmq
Altitudine: m 140 s.l.m.
Residenti: 6.010 circa

CAP: 29029