comune di pontenure


La Storia

Pontenure fu probabilmente l’importante mercato fortificato citato da Tito Livio (59 a.C. – 17 d.C.).
Queste terre fertili, bagnate dai torrenti Nure e Riglio, furono colonizzate dai Romani, come testimoniano i ritrovamenti di iscrizioni dell’epoca presso il capoluogo, a Paderna, a Montanaro e ad Albiano. In quest’ultima località, per il franamento della sponda destra del Nure, nel 1952 emersero una necropoli ed un edificio romano-barbarici. Presso Cascina San Martino affiorò invece una villa con mosaici, oggi custoditi al Museo Archeologico Nazionale di Parma.
Il reticolato della centuriazione romana è evidente attorno a Pontenure, che fu villaggio fortificato a guardia del ponte sul Nure lungo la Via Emilia, costruita tra il 191 e il 187 a.C.
Documenti del IX secolo qualificano Pontenure come fundus, mentre nel 977 il borgo era già dotato di opere fortificate e della chiesa consacrata a San Pietro Apostolo, che nel 1138 fu arcipretura con capitolo.
Nel 1028 fu documentata anche la presenza di una fortezza a Paderna e dell’oratorio di Santa Maria, che nel 1163 – secondo una carta dell’epoca – apparteneva al Monastero di San Savino.
Durante il XII secolo, Pontenure si costituì in Libero Comune. Nel 1117 l’esercito piacentino si scontrò in questo territorio con le truppe parmigiane, mentre non lontano era accampato l’Imperatore Enrico V di Franconia (1106 –1125).
Un’altra battaglia ebbe luogo nel 1216: in quel caso Parma, Pavia e Cremona vinsero su Piacenza e Milano alleate: i castelli di Pontenure, Caorso, Montanaro, Zena e Paderna furono rasi al suolo.
Già nell’Alto Medioevo Pontenure fu un luogo di sosta e di ricovero per i pellegrini lungo la Via Francigena, nome con cui, nell’Alto Medioevo, prese ad essere chiamato un lungo tratto della Via Emilia. L’esistenza dell’hospitium è attestata in carte del XIII secolo, periodo in cui i Mancassola si stabilirono a Pontenure.
I Mancassola sono una delle più antiche famiglie nobili di Piacenza: nei secoli XII e XIII possedevano grandi proprietà nelle valli Chero, Nure e Arda, oltre ai castelli di Rezzano e Valconasso; quest’ultimo è citato per la prima volta in un documento del 1288. (quale?)
Alla caduta della Signoria di Alberto Scoto in città, questi occupò la Rocca di Pontenure, ma, mentre a Valconasso si organizzava la resistenza contro i Visconti, a Pontenure i nobili Guelfi a Ghibellini, stranamente alleati, dichiaravano fedeltà ai nobili milanesi. I Visconti, dal canto loro, riconsegnarono la fortezza del borgo ai Mancassola (1314), e si occuparono di fortificarla (1316).
Nel 1337 Azzone Visconti distrusse il castello di Pontenure affinché non se ne servissero i suoi nemici.
Nel 1453 l’Abate di San Savino (Ruffino Landi) concesse i possedimenti di Paderna al cognato Melchiorre Marazzani, che fece ricostruire il castello in rovina.
Due anni dopo il duca Francesco Sforza investì Zanino Nicelli del feudo di Muradello.
Pontenure seguì le sorti del territorio piacentino, con le dominazioni dei francesi, del Papato, dei Farnese e dei Borbone, degli austriaci (Pace di Vienna, 1738) e di nuovo dei Borbone (Pace di Aquisgrana, 1748).
Nella seconda metà del XVIII secolo, Pontenure era governata ad anni alterni dai Fantoni e dai Cigala Fulgosi, mentre Muradello era del conte Alessandro Nicelli, Valconasso del conte Gian Francesco IV Marazzani e Paderna del conte Antonio Camillo Marazzani Visconti.
Nel 1802, quando Napoleone s’impossessò del Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla, Pontenure fu ascritto al Dipartimento del Taro, la futura provincia di Parma.
Dopo la sconfitta di Napoleone fu la sua seconda moglie, Maria Luigia d’Austria, a governare sul Ducato: ella fu ospite dei conti Marazzani nel 1816, presso il castello di Montanaro, nel Comune di Carpaneto Piacentino.
La duchessa commissionò all’ingegner Antonio Cocconcelli la costruzione dei ponti sull’Arda, sul Taro e sul Nure: a monte di quest’ultimo si vedono ancora i resti di pilastri del ponte romano. Inoltre, per intervento della duchessa, a Pontenure fu istituita la Fiera di San Giacomo e vennero nominati un notaio ed un medico chirurgo.
Nel 1872 Felice Sforza Fogliani di Vicobarone acquistò il castello di Pontenure e lo restaurò: in quell’occasione si scoprì una galleria che univa il fortilizio alla torre della chiesa; emerse inoltre l’affresco di un Santo che reca sul capo una pelle di tigre: una scritta recita “S. Anfrius, 1400”.
Nello stesso anno una ragazza di Pontenure, Albertina Parenti, sposò il più grande domatore dell’Ottocento, Opilio Faimali, nato a Gropparello nel 1826: a lui il Comune ha intitolato una via ed un giardino del paese.
Una curiosità: nell’agosto 1901, durante una festa paesana, si decise di far scendere un asinello alato - assicurato ad una corda - dal campanile; la corda nell’ultimo tratto si spezzò, fortunatamente per l’asino senza drammatiche conseguenze. Pare che la bravata, che costò a Pontenure la nomea di “paese dell’asino”, sia stata congeniata dal poeta Valente Faustini. Questa fu la bizzarra origine della Festa dell’Asino, organizzata ogni anno in settembre.
Vittorio Emanuele III concesse al Comune uno stemma, con Regio Decreto del 13 gennaio 1931.

Da vedere

Il Castello di Pontenure, di cui si è detto nella sezione “Storia”, non è visitabile in quanto proprietà privata (informazioni: I.A.T. - tel. 0523.870997, Comune – tel. 0523.510142).
La chiesa di San Pietro Apostolo si trova lungo la Via Emilia, presso Piazza Re Amato. La sua fondazione è anteriore all’anno Mille, e, in epoca medievale, fu una pieve.
La torre che svetta al suo fianco è una bella architettura romanica del secolo XI, che culmina nelle bifore ogivali; forse questa massiccia torre quadrata era parte della fortezza, tanto che è ad essa collegata da una galleria scoperta nel tardo Ottocento.
La chiesa era romanica, a croce latina e con tre navate divise da pilastri circolari. Dal 1770 cominciò ad assumere caratteristiche neoclassiche: i pilastri divennero quadrati e sorse una cupola; nel 1873 furono aggiunte altre due navate.
Le due tele che rappresentano San Pietro e la Sacra Famiglia e San Giovanni sono attribuite a Bartolomeo Schedoni (1550 ca. – 1615), mentre la Madonna e Santi reca una data: 1642. I crocifissi lignei risalgono al tardo Cinquecento e al Seicento; la statua della Madonna del Rosario risale al XVII secolo, quella di San Rocco al 1796.
I pontenuresi vivono in stretto contatto con il Parco Raggio, dove si organizzano diversi eventi e le proiezioni cinematografiche estive. Realizzato a partire dal 1888 circa, si sviluppa su 42.000 mq, lungo due viali perimetrali ed uno centrale; sono circa 750 le piante, disposte in gruppi omogenei. Molto bello anche il Teatro Serra in stile Liberty.
Il parco si trova lungo la Via Emilia e circonda l’elegante Villa Raggio, risalente alla seconda metà dell’Ottocento. Il parco e la Villa Raggio sono di proprietà Comunale. La Villa Raggio, attraverso l’Associazione “Pontenure Arte e Cultura”, ospita nelle sue sale, mostre di pittura, scultura, convegni, riunioni, presentazioni di libri ecc…

Dintorni

Presso Pontenure un bivio a sinistra della Statale 9 porta a Muradello.
Non distante – presso Albiano – venne alla luce una necropoli tardo romana o longobarda.
Il castello di Muradello, costruito dai Nicelli con licenza di Francesco Sforza, presenta mura scarpate sul fossato interrato e merlatura ghibellina, in parte ancora visibile. Il massiccio mastio si trova sul fronte principale e, benché non presenti gli incastri del ponte levatoio, è dotato di un portale che richiama lo stile gotico. Il cortile interno mostra una doppia loggia: il portico inferiore è ad archi ribassati sorretti da colonne doriche in granito, mentre i pilastri del loggiato superiore hanno pianta quadrata. La chiesa della frazione è dedicata a San Colombano, e fu commissionata dal conte Giovanni Nicelli nel primo Seicento; all’interno custodisce un fonte battesimale in pietra del XV secolo e dipinti settecenteschi.
Lungo la Via Emilia Parmense, presso Pontenure, si gira invece a destra per visitare Valconasso e Paderna.
A Valconasso si conservano ancora tracce dell’antico castello dei Mancassola e vale la pena di visitare la quattrocentesca chiesa di Santa Maria Assunta, dichiarata monumento nazionale grazie al ciclo di affreschi dei secoli XV e XVI, riconducibili allo stile gotico internazionale. Si tratta di due registri sovrapposti lungo la navata: quello inferiore fu commissionato dal popolo, quello superiore dai nobili. Anche l’abside è decorata da affreschi richiesti dai Mancassola nel 1497.
Un chilometro prima di Valconasso, verso Pontenure, si trova la Corte Bellotta, un complesso di edifici colonici in stile veneziano, ottenuto nel 1914-15 dalla ristrutturazione della villa neoclassica voluta dalla famiglia Raggio; le scuderie erano particolarmente care al Cav. Avv. Edilio Raggio, noto per aver selezionato la celebre razza di cavalli da corsa purosangue chiamata “Bellotta”.
Il castello di Paderna, come si è già detto, era già esistente nel 1028: di quell’epoca si visita ancora l’oratorio di Santa Maria, un edificio sacro eretto con reimpiego di materiali romani, a croce greca inscritta in pianta quadrata. All’interno le nove campate a crociera sono scandite da quattro sottili colonne in pietra; il tempio era, in origine, isolato, ma in seguito fu inglobato da altre strutture.
Il castello fu ideato dal conte Marazzani per esaudire la triplice funzione di residenza fortificata e di corte agricola: la pianta trapezoidale è tuttora divida da un muro trasversale: ad est c’è la residenza padronale, ad ovest l’azienda di agricoltura biologica.
Davanti al fronte settentrionale, isolata dal resto del complesso e posta nel fossato, si trova la cosiddetta Torre nell’Acqua, un massiccio dongione quadrato in mattoni, provvisto di una scala sul muro che unisce i quattro piani; un tempo era anche dotato di ponte levatoio. La massiccia torre d’ingresso in laterizi, posta sul lato ovest, mostra i segni del duplice ponte levatoio, oltre alle caditoie molto sporgenti ed alle archibugiere.
Oggi a Paderna si organizzano cerimonie, congressi e manifestazioni annuali.
(Informazioni: aperto da aprile ad ottobre nei weekend; prenotazione tutti gli altri giorni.
Strada Paderna/Montanaro, tel. e fax 0523.511645.
Associazione Castelli del Ducato di Parma e Piacenza, Fontanellato (PR) tel. 0521.829055 fax 0521.824042 e-mail fontanellato@tin.it).
La primitiva chiesa romanica di San Pietro fu sostituita a metà del XVIII secolo dall’attuale tempio barocco, che conserva una tardo-seicentesca statua lignea della Madonna e un dipinto settecentesco che rappresenta Sant’Antonio e Sant’Andrea.

Informazioni Utili

Municipio
Via Moschini, 16
Tel. 0523-692011
Fax: 0523-510142
Sito web: www.comune.pontenure.pc.it

Carabinieri
Via L. Da Vinci
Tel. 0523-517117

Polizia Municipale c/o Municipio
Tel. 0523-692036

I.A.T.
Via Corte Vecchia, 9 – Grazzano Visconti
Tel. 0523-870997

Biblioteca Comunale:
Via Moschini, 16
Tel. 0523-692033

Frazioni: Muradello, Paderna, Valconasso

Distanza da Piacenza: km 10

Superficie: 33,8 kmq
Altitudine: 65 m
Residenti: 5.100 circa

CAP: 29010