comune di pianello val tidone


La Storia

La zona di Pianello fu abitata fin dalle Età del Bronzo e del Ferro (scavi della Piana di San Martino e grotte della Rocca d’Olgisio), ma ritrovamenti più recenti dimostrano che gli insediamenti lungo il torrente Chiarone, risalgono addirittura al V – III millennio a.C.
Un abitato romano, collocabile tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., è stato rinvenuto vicino al nuovo cimitero di Pianello, dove si è individuata anche una necropoli altomedievale.
Anche la Piana di San Martino fu nuovamente insediata in età tardo-antica e altomedievale.
A partire dal VII secolo, Pianello fece parte dei territori del Monastero di San Colombano e in quell’epoca fu eretta la chiesa dedicata al Santo.
Tra il VII e l’XI secolo, il paese fu citato in atti del monastero con i nomi Pianellae, Planellis o Planitas, che rimandano alle piccole piane che lo circondano.
Intorno all’anno Mille, a Pianello fu eretto il castello, distrutto da Federico Barbarossa nel 1164.
Nel 1076, il canonico della cattedrale di Piacenza, Giovanni, cedette il Castrum Olzisij ai monaci di San Savino, ai quali rimase fino al 1296.
Il Duecento e la prima metà del Trecento, qui come altrove, furono funestati dalle lotte tra guelfi e ghibellini, finché, con il dominio Visconteo, Gian Galeazzo nel 1378 consegnò Pianello al suo Consigliere e Capitano Jacopo Dal Verme, già proprietario della Rocca d’Olgisio e di Bobbio.
Nacque così lo Stato Vermesco.
Il Conte Jacopo fece anche ricostruire la Rocca distrutta dal Barbarossa.
Alla fine del XV secolo Ludovico il Moro, ultimo dei duchi Sforza a dominare su Piacenza, assegnò Pianello a Galeazzo Sanseverino, uno dei suoi capitani.
I Dal Verme si insediarono nuovamente nei loro territori, finché, nel 1516, Francesco I di Francia, dopo aver strappato Piacenza al dominio pontificio, ridiede Pianello ai Sanseverino.
Durante l’assedio delle milizie francesi, la Rocca d’Olgisio subì 1.160 colpi di cannoni, ma perse un solo torrione.
Quando, nel 1521, le truppe pontificie di Leone X cacciarono i francesi, la zona tornò in possesso dei Dal Verme, che la governarono fino al 1646.
Quello fu l’anno in cui morì Federico Dal Verme: per estinzione della famiglia, Pianello passò alla Camera Ducale Farnesiana, seguendo le vicende storiche della città di Piacenza e tornando agli eredi Dal Verme (nel 1850 fu ricomprato dal Conte Camillo Zileri Dal Verme).
Dal 1979 il castello è di proprietà della famiglia Bengalli.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Rocca d’Olgisio fu sede del Comando della II Divisione Partigiana “Piacenza”.

Da vedere

La Piazza di Pianello è delineata sul lato sud-est da un edificio a portici, frutto di un rimaneggiamento delle scuderie del castello.
L’alta Rocca si erge nel centro dell’abitato, ed è costituita da diversi corpi di fabbrica che disegnano una pianta irregolare. Le solide cortine murarie a scarpa sono in sasso.
L’edificio è sede del Municipio e del Museo Archeologico (tel. 0523.998310), nati dalla collaborazione tra l’Associazione Archeologica Pandora e la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna.
Il Museo Archeologico conserva reperti preistorici e protostorici, molti dei quali rinvenuti presso la Piana di San Martino (come i manufatti ceramici risalenti al I millennio a.C.).
La sala più grande contiene reperti di età romana, altomedievale e medievale.
Dall’area del cimitero di Pianello provengono ritrovamenti che testimoniano i commerci del tempo con tutta la Penisola, con i Galli e con le popolazioni che abitavano la Spagna.
La stele funeraria d’età imperiale proviene dalla zona artigianale, dove era già emerso un capitello riccamente decorato. La lapide è in marmo di Luni con basamento in rosso veronese: finemente scolpita, appartenne ad una famiglia facoltosa.
Il sarcofago tardo antico ritrovato a Vicomarino, ancora in rosso veronese, è un altro interessante pezzo del museo.
Altri reperti provengono dall’insediamento di Trevozzo, dalle tumulazioni di Ganaghello e dalla villa di Arcello.
Dal sito di Piana di San Martino arrivano la moneta di Teodato (re Goto della prima metà del VI secolo) e la moneta di Ottone I di Sassonia Il Grande, sceso in Italia nel 951.
(MUSEO aperto tutte le domeniche. Orario festivo: 10.00 - 12.00 / 16.00 - 19.00. Durante la settimana previo appuntamento).
In paese si visita anche la seicentesca chiesa parrocchiale, consacrata a San Maurizio. L’imponente facciata barocca risale al 1712; al suo interno sono conservati un bell’altare maggiore in marmo e un trecentesco coro ligneo.
Nell’area del cimitero di Pianello c’è lo scavo di un abitato romano scoperto nel 1985 e collocabile tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C.: preservati da un vetro, si ammirano muri in ciottoli e frammenti in laterizi. Più avanti gli scavi hanno riportato alla luce un insediamento romano e una necropoli altomedievale con 47 sepolture.

Dintorni

Ad est di Pianello, a 4 km di distanza, si trova Arcello (m 290), il borgo da cui hanno preso il nome i potenti feudatari. Il campanile della chiesa è il dongione del primitivo castello distrutto dal Barbarossa, di cui resta una sala con lo stemma della nobile famiglia.
Un percorso circolare di 10 km con partenza e arrivo a Pianello, ci farà conoscere la Valle del torrente Chiarone.
Da Pianello si imbocca la strada per Chiarone e Rocca d’Olgisio, lungo la quale si trovano Gazzoli e, sulla sinistra, Azzano.
Prima di Chiarone, sulla destra, si ammirano i calanchi.
Dalla Costa di Roccapulzana parte il sentiero per Piana di San Martino: si tratta di un percorso non difficoltoso tra viti e boschi, che porta ad una roccia con una spaccatura nota come Becco del Merlo, dove l’uomo ha scavato dei gradini. La Valtinello, a forma di canoa, è ai nostri piedi e, sul lato opposto, si erge la Rocca d’Olgisio (564 m s.l.m.), arroccata su strati di roccia.
È uno dei castelli più suggestivi del piacentino, dalla planimetria irregolare perché incastonata nella roccia e adattata ad un terreno scosceso.
La difendono tre ordini di poderose mura che proteggono vari corpi di fabbrica, cui si arriva da un unico accesso a nord, passando due ingressi cinquecenteschi. La seconda porta, con le feritoie del ponte levatoio, permette di attraversare la torre e porta al cortile: sul lato ovest c’è il pozzo di 50 metri (la tradizione parla di un passaggio a metà canna per sfuggire agli assedi).
La scala conduce al terzo ingresso e alla dimora signorile, con l’oratorio, e la torre campanaria. Una scala interna settecentesca conduce al lato sud con doppio loggiato cinquecentesco.
(Tel. 0523.998075 Fax: 0523.998045 - E-Mail: info@roccadolgisio.it - Sito web: www.roccadolgisio.it. Aperto da aprile ad ottobre).
Intorno alla Rocca, lungo il sinclinale del Chiarone, ci sono molte cavità naturali abitate in epoca preistorica, come dimostrato dall’instancabile studio di Antonio Zucconi, noto archeologo autodidatta di Pianello, aiutato da Francesco e Arnaldo Bengalli, proprietari di Rocca d'Olgisio.
Sono emersi, grazie ad opere di sterro, gradini scavati nella roccia, un altare sacrificale, un dolmen (Costa di Roccapulzana), una capanna ed una grotta con simboli funerari.
Nella grotta chiamata “delle Sante” c’è una bellissima incisione che rappresenta un ramo con foglie. La grotta ricorda la leggenda secondo cui, nel 550, la Rocca appartenne a Giovannato, padre delle sante Liberata e Faustina, che fuggirono a Como per fondarvi il monastero benedettino di S. Ambrogio.
Torniamo a parlare delle Piana di San Martino, dove ci sono i resti di una chiesa altomedievale con abside semicircolare, una sepoltura attigua, le rovine di una probabile torre di guardia, e alcuni focolari. Un’altra chiesetta con tratti di pavimentazione in cocciopesto e una colonna, è di epoca non ancora definita.
Ogni estate, in questa località, si svolgono degli scavi.
Passando per Gabbiano si torna a Pianello.
È in fase di attuazione anche il progetto “La Strada dei Mulini della Val Tidone”, con sede presso il Municipio di Pianello e con la collaborazione della Comunità Montana, dei proprietari e di un buon numero di agricoltori biologici.
Lo scopo è di recuperare e valorizzare i circa 34 mulini della Val Tidone (dal medioevo al XIX secolo), promovendo una linea di prodotti naturali ottenuti trasformando le granaglie con metodi tradizionali: macina a pietra e acqua come fonte d’energia.
Lo sfarinato biologico sarà immesso sul mercato locale e nazionale e il marchio promuoverà anche altri prodotti biologici della Valtidone.
Un percorso turistico unirà i mulini (alcuni saranno trasformati in strutture ricettive), mentre nel Mulino del Lentino (Nibbiano) sarà allestito il Museo della Civiltà Mugnaia.

Informazioni Utili

Municipio
L.go dal Verme, 46
Tel. 0523-994111
Fax: 0523-994223
Sito web: www.comune.pianellovaltidone.pc.it

Carabinieri
Tel. 0523-998812

Comunità Montana Valle del Tidone
Via Manin, 19/A
Tel. 0523-993046
Fax: 0523-993505
E-mail: cm.tidone@sintranet.it

Frazioni: Arcello, Casanova, Gabbiano, Chiarone

Distanza da Piacenza: 35 km

Superficie: 36,39 kmq
Altitudine: m 192 s.l.m.
Residenti: 2.200 circa

CAP: 29010